26/10/16

Monoteismi Satanici


Leggendo l’antico testamento, è facile giungere a conclusioni desolanti. Un gruppo di tribù nomadi è stato coortato e sottomesso da un tiranno sorprendente in combutta con alcuni suoi dignitari umani per costituire un esercito privato in grado di assecondare indicibili velleità egemoniche terrene.

Questo riassunto estremo potrebbe apparire disarmante ed inverecondo ma il testo biblico è pieno di genocidi, brutalità, barbarie e leggi ferree ed ingiuste, indifferenti ai diritti ed alla dignità umana. L’improvvida selezione poi di quelle genti (e di quelle sole) ha alimentato un profondo razzismo biunivoco che ancora oggi miete le sue vittime.

Sappiamo inoltre come il termine ‘satana’ sia un appellativo con il significato di designare un ruolo pubblico specifico. Il senso più comune è quello di ‘avversario’. Tale termine poi ha assunto il significato generico di ‘avversario dell’umanità’, di arconte malevolo, così come era stato riconosciuto il ‘dio’ biblico dagli acuti autori gnostici.

Mi chiedo se tutto l’antico testamento non sia un testo profondamente satanico: guerre, omicidi, stermini di intere città (donne, uomini, bambini ed animali compresi), punizioni agghiaccianti, sacrifici estremi. Non si ode un inno soave e sereno alla pace, allo sviluppo intellettivo, all’acquisizione di stati di consapevolezza superiori ma, al contrario, si percepisce lo spietato corso di un potere assoluto, insindacabile, feroce.

Riti e rituali nevrotizzanti si susseguono imperativi nel testo, andando a costituire una serie di precetti dal significato insondabile. Di questa nevrosi (chiamata in seguito ‘religione monoteistica’) scontiamo ancora oggi i nefasti influssi. Uomini contro uomini assaliti dall’impeto delirante di perseguire ‘la legge’, ritenuta l’unica possibile, l’unica in grado di garantire l’immunità, l’unica per cui si uccide e con cui si uccide e per la quale ogni crimine verrà perdonato.

Non si scorge purtroppo altra possibilità per l’esegesi del’antico testamento, un testo privo di spiritualità, un testo dalle filiazioni terrifiche di storia e cronaca di tempi, per fortuna, perduti. Sono davvero perduti, od ancora oggi combattiamo per gli stessi ‘dei’?

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